Sono nata e vivo con la mia famiglia a Oltre il Colle, un paesino alle pendici delle Prealpi Orobie in Provincia di Bergamo. Dietro casa mia, il Monte Arera, un’isola di calcare bianco nel verde delle Valli Bergamasche. Dalla sua cima, dopo una burrasca si possono riconoscere le cime del Monviso, del Monte Rosa, quelle granitiche del Masino, gli altopiani glaciali dell’Addamello e laggiù, oltre la pianura, l’Appennino. Mi reco spesso su questa vetta famigliare a “rilassarmi”, “raccontarmi”, ad osservare i colori che sfumano nello scuro delle Valli. Da lì è nata la voglia di spingermi oltre, per diversi anni ho “vagabondato” per altre vette sulle Alpi. Ricordo con piacere la salita della Cassin allo Sperone Walker delle Gran Jorasses, la via “Scotonata Galattica” alla Cima Scotoni nelle Dolomiti Ampezzane o il Civetta con ”la Cassin” alla Torre Trieste e “la Tissi” alla Venezia. In quegli anni alterno con piacere le salite in montagna alle gare d’arrampicata nel circuito nazionale. Un primo posto nel Master Nazionale del ’94 e un terzo posto nel Nazionale d’arrampicata, rimangono i migliori piazzamenti.
Vivere nella mia Valle e diventare una guida alpina, professionista della montagna, sta maturando e diventando una realtà. Due anni di intensa preparazione ed eccomi ai Corsi Nazionali. Seguo tutto l’iter e mi ritrovo a 28 anni con il brevetto di Guida Alpina.
Ho sempre viaggiato per un piacere prettamente personale, ora lo posso fare anche come un “piacevole lavoro”. Nel Caucaso trovo la dimensione dello sci-alpinismo; nelle Vallate del Nepal i favolosi trekking ai piedi degli “8000” con la salita di alcune Cime minori di 6000 metri. L’anno successivo visito per la prima volta il Perù con la via dei Ragni all’Alpamajo, il Pisco e per poco la vetta dello Huascaran. Poi arriva l’Africa con i suoi Parchi e la salita al Monte Kenja.
In Patagonia ritrovo la “mia dimensione”: è la terra che mi ha regalato negli anni trascorsi le emozioni più forti e più belle. Con un grande amico avevo salito il Fitz Roy per la Franco-Argentina, la Poincenot per la via tracciata da William e compagni e, l’anno successivo, la più bella: la vetta del Cerro Torre per la via Maestri. Ritorno ora sotto quelle pareti come guida per un bellissimo trekking, accompagno dei ragazzi disabili; al ritorno avevano negli occhi “la gioia dell’infinito”. Un’esperienza per me indimenticabile.
Ritorno altre due volte in Argentina, salgo con amici e clienti l’Aconcagua, la vetta più alta del Sudamerica.
Il 2004 è l’anno del Cinquantesimo della prima salita del K2 in Pakistan. Con molto piacere vengo invitata a partecipare alla Spedizione Italiana che cercherà di ripercorrere le orme dei primi salitori. Una grande esperienza che mi porta a “sfiorare” la vetta per poco.
Nel 2006 ritorno in Sudamerica e precisamente in Cile, sullo Hielo Continental Sur: 450 km di ghiacciaio tra Cile e Argentina lungo la linea Nord-Sud. In compagnia di due amiche alpiniste, tenteremo, in completa autonomia, di percorrere questo “infinito serpente di ghiaccio”. Con gli sci ai piedi e trainando ciascuna una slitta di 90 kg con materiali e viveri per 60gg, ci buttiamo in questa avventura. Dopo 45 giorni di cammino su questa distesa immensa, spesso nel completo white-out e senza nessun collegamento esterno, 5 giorni di “bufera patagonica” distruggono la nostra tenda e i nostri sogni. Dopo due notti in una tenda da soccorso, dobbiamo abbandonare le nostre ambizioni e usciamo dal ghiacciaio al Passo del Viento in Argentina, da dove poi raggiungeremo Laguna Toro fino a El Chalten.
Nel 2007, gli immensi Altopiani del Tibet mi portano alla base della parete Nord dell’Everest. Siamo una piccola spedizione di amici, decisi a raggiungere la Vetta in “stile alpino”. Il 17 maggio siamo in vetta. Purtroppo al ritorno dalla cima, per un banale e inspiegabile incidente, Pierangelo, grande e caro amico, non farà ritorno al Campo Base.
Negli ultimi anni mi sono dedicata completamente al mio lavoro di guida, sia attrezzando nuove vie ferrate e falesie che accompagnando persone provenienti da tutto il mondo sulle cime più belle delle Alpi, spaziando dallo sci alpinismo in Tirolo ai quattromila delle Alpi occidentali, dall’arrampicata sportiva ad Arco alle vie di roccia dolomitiche. Infine, i trekking sullo Stromboli: l’unico vulcano costantemente attivo e visitabile.
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